|
Galleria Job, Via Borghetto 10, Giubiasco
Dal 11 marzo al 18 marzo 2011
Fotografi
Massimo Pacciorini-Job e Francesco Girardi
Aperitivo-mostra: venerdí 11 marzo alle ore 19
Probabilmente molte mostre collettive nascono "per caso", o "per opportunità". In questo caso invece, credo che ci siano dei motivi
forti che hanno portato a questo evento", anche se come sempre, questi motivi restano relativamente nascosti.
Cos'hanno in comune Francesco e Massimo? Poichè tutti qui, conoscete uno o entrambi di loro, ve lo lascio indagare.
Ma sia chiaro che non sto parlando di fotografia, non principalmente, anche se in effetti, restano vicini professionalmente
ancora oggi, molti anni dopo che Francesco ha terminato il suo brillante tirocinio. I due restano vicini ma non sono legati, sono slegati ma non indifferenti.
Avviciniamoci adesso al lavoro dello studio Job. Massimo non crea nessun mistero sulla fotografia, anzi, la presenta con grande
semplicità: diaframma, tempo di esposizione, in passato pellicola e, forse oggi, tipo di macchina, sono la realtà del fotografo,
circoscritta e comprensibile. Nessun mistero su queste variabili, che sono le uniche, che il fotografo può controllare.
Nessun esoterismo, nessuna mistificazione.
Le complicazioni provengono da tutto il resto, da tutte le altre variabili.
Nessuno, o pochi lavori, sono veramente monotoni. Perché in tutti i lavori subentra l'imprevisto,
il problema, la cosa che non si può affrontare applicando la soluzione che andava bene per tutti i problemi analoghi fino a ieri,
ma che oggi non funziona più, per una qualsiasi ragione. I problemi difficili sono in realtà la quotidianità di qualunque lavoro.
Ma forse lo sono di più allo studio Job, perchè Massimo ha un talento veramente impressionante per focalizzare l'attenzione di tutti sul problema da risolvere,
nonché per canalizzare le energie di tutti affinché sia trovata una soluzione, senza perdersi d'animo, senza perdere di vista l'obbiettivo.
Nessuno nella sua cerchia ristretta, e sicuramente non l'apprendista, può sfuggire al problema. Tutti sono tormentati dall'urgenza di trovare un'idea da concretizzare,
di cui avete davanti ai vostri occhi un esempio, la galleria, una delle sue maggiori e più folli realizzazioni.
Il talento di Massimo, che è proprio quello di focalizzare l'attenzione sulla nebulosa del problema. Gli altri,
se desiderano non più essere tormentati, devono ingegnarsi a risolverlo, ad arrivare da qualche parte.
Devono arrivare a una soluzione, possibilmente non banale, convincente, meglio se un po' originale, ma anche realizzabile con i propri mezzi,
di regola abbastanza ridotti. L'altro talento di Massimo, che è quello di vagliare con grande imparzialità e attenzione ognuna delle soluzioni proposte,
concluderà l'opera. Se è migliore della sua infatti, sceglierà sicuramente la soluzione proposta dall'apprendista, e questo, assieme alla capacità
di porre onestamente problemi di cui non si conosce la soluzione ma offrendo la salda convinzione che una soluzione esiste,
fa di lui un grande maestro di tirocinio.
L'apprendista è posto dentro questo tormento, che con periodica regolarità lo attanaglia ancora e ancora. L'apprendista deve reagire a tutto questo.
Se accetta la sfida, può imparare a risolvere un mucchio di problemi, e magari anche prenderci gusto. E Francesco ha applicato le sue capacità
di risolvere problemi, in una notevole varietà di professioni, con passione e intelligenza.
Nelle sue fotografie, forse si vede proprio questa ricerca, la pazienza, l'attenzione, l'attesa, la costruzione di una soluzione fotografica, al problema
che lui si è posto. Questo lavora sfocia in immagini rigorose, ordinate che grazie a ciò sono molto estetiche.
Massimo invece, per vocazione o per fedeltà all'ideale del giornalismo degli anni '70, resta nell'essenza un fotoreporter,
capace di fornire un'immagine "che tiene nella composizione" e documenta la realtà in ogni situazione, dalla cronaca nera al battesimo.
Ha una grande esperienza, perchè aveva iniziato molto presto la sua carriera, facendo il reporter alle gite scolastiche.
Non si potrà accusare di avere ritoccato negativi né costruito le scene dei suoi scatti,
contrariamente ad alcuni dei mondialmente conosciuti maestri della fotografia.
Ottobre 2017. Terra Ticinese
Il maestro e l'allievo di Gian Paolo Lavelli
La mostra (entrata libera)
rimarrà aperta fino al 18 marzo 2011,
dal lunedì al venerdì
dalle 8.45 alle 11, dalle 13.45 alle 18.30,
sabato
dalle 8.45 alle 12, dalle 13.45 alle 17.
Ulteriori informazioni:
tel.  091.857.75.40
cell. 079.621.37.38
labo@fotolabojob.ch
|